Tenetevi forti perché sto per dire una cosa amarissima: per la maggioranza delle persone l’editoria locale non ha alcun valore. Io però, in questo numero di Scrivere Crime ho deciso di smontare questi uomini e donne di poca fede e di dare nuovamente dignità alla narrativa degli autori locali. Lo farò, come sempre, partendo da un’esperienza personale ed esponendo ore e ore di riflessioni in poche righe.
L’esperienza personale
Dovete sapere che in questi anni di pubblicazioni ho sempre avuto un cruccio: come fare a raggiungere i lettori under 25. Chi è frequentatore di presentazioni lo sa: è molto difficile far partecipare questa fascia di lettori agli eventi che organizziamo. Non perché non vogliano, ma banalmente perché il mondo cambia e le generazioni hanno linguaggi differenti.
È per questo motivo che la promozione dei miei libri passa anche attraverso i social network, ma un autore locale non può vivere di soli social. Un autore locale deve soprattutto battere le librerie, le associazioni del proprio territorio, le fiere, i festival, i banchetti per strada e tutte le occasioni che si possano immaginare utili a parlare del proprio libro in presenza. Ciò però non toglie che di under 25 alle presentazioni dei miei gialli ne ho visti pochi, e questa cosa per me è sempre stata un cruccio.
È un cruccio perché a me interessa che anche quella fascia d’età legga quel che ho scritto perché mi piacerebbe avere un confronto con loro su quel che ho da dire. Cosa è successo alle ultime due presentazioni? È successa una cosa che mi ha fatto pensare.
Fuorisede
Alle ultime due presentazioni che ho fatto (presso l’associazione Trama e presso la libreria Belleville, entrambe a Torino) si sono presentate due ragazze under 25. La prima era una studentessa universitaria pugliese che è in città per studiare. Ci ha raccontato che è venuta alla presentazione per prendersi una pausa dalla sessione e perché interessata a un libro che raccontasse Torino. Sì, perché attraverso i libri degli autori locali si può conoscere la città. La seconda invece non so se fosse una studentessa, ma anche lei abitava a Torino da poco e, dopo aver ascoltato la presentazione di ‘A Torino si uccide per nulla’, ha deciso di comprare una copia del mio primo libro ‘Le colpe del nero’. Perché? Spiego.
‘Le colpe del nero’ è un libro che è stato pubblicato nel 2018 e credo che sia l’unico libro di narrativa (in questo caso noir) ambientato dentro un Cpr. All’epoca si chiamavano ancora Cie. Tra le pagine di quel libro c’è una parte di Torino che in pochi conoscono e io l’ho voluta raccontare. L’ho fatto con cognizione di causa perché io dentro il Cie ci sono entrato più di una decina di volte. Lei ha comprato il libro perché voleva conoscere meglio quella parte di città.
Il senso di comunità
Gli autori locali fanno quello che altri non fanno: raccontano le pieghe del territorio. Magari non finiscono sui paginoni dei giornali, non hanno la cassa di risonanza dei media e non si vendono facilmente come altri, ma creano senso di comunità. Le librerie possono essere un luogo di rifugio per chi vuole inserirsi in una comunità e gli autori locali possono essere la guida ‘turistico-letteraria’ per chi vuole conoscere la vera natura della città dentro la quale si insedia.
Sono al mio quarto libro e sono svariati anni che in un modo o nell’altro bazzico nel mondo dell’editoria torinese e di una cosa mi sto rendendo conto: lo spazio per gli autori locali (tolti dei magnifici presidi territoriali) è stato un po’ eroso. Non basta tenere a impolverarsi i libri sugli scaffali. Per alimentare il sistema dell’editoria locale si deve fare comunità, che è quello che le due ragazze hanno cercato. È vero e lo capisco, è più facile vendere e promuovere i grandi nomi, ma la missione politica di chi si dice indipendente è sostenere l’editoria locale.
Cosa sto scrivendo?
Sto prendendo tanti appunti. Annoto cose sul cellulare, su foglietti, in testa, scatto foto, rifletto, faccio germogliare. Ma da ieri ho anche una scadenza. Grazie a un’amica che mi ha segnalato un bel concorso al quale partecipare adesso ho anche una scadenza quindi mi devo mettere sotto e i prossimi trenta giorni voglio che siano cruciali per le sorti di Urbex Hunter. Vedremo!
Cosa sto leggendo?
In questo momento in lettura c’è ‘Il grande sonno’ di Raymond Chandler. È stato un colpo di fulmine. Quando l’ho visto sullo scaffale della libreria non ho potuto fare a meno di prenderlo. Tra l’altro era anche tra i libri in stra-sconto.
A Torino si uccide per nulla
Il mio ultimo libro, edito da Golem Edizioni, si intitola ‘A Torino si uccide per nulla’ e lo potete trovare in libreria, se non ci fosse ordinatelo. Inoltre lo trovate anche su ogni piattaforma di shop online: SHOP ONLINE. Chi volesse sapere qualcosa in più sul libro può leggere questo numero speciale della newsletter: LEGGI QUI.
Se ancora non avete letto i miei libri precedenti, è online su Amazon 'L'ossessione di Montelupo', la serie creata da Golem Edizioni che racchiude i miei libri pubblicati con la casa editrice. Vi lascio qui il link
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