È un dibattito da nerd della scrittura, ma questa in fondo è una newsletter per nerd della scrittura dunque ci può stare. Io non so se sono bravo a scrivere, ma posso dire con certezza che dal 2018 a oggi ho acquisito una grandissima esperienza sulle tecniche di promozione dei miei libri. Non perché sia un genio, ma perché - è oggettivo - mi sbatto un casino. Quindi in questo numero di Scrivere Crime parleremo della differenza tra i firmacopie e le presentazioni.
Cerco di andare al punto senza troppi giri di parole: da quando è uscito ‘A Torino si uccide per nulla’ ho passato più sabati in libreria a fare firmacopie che con la mia famiglia. Io, dietro al mio banchetto con i libri, il cartello “sono l’autore” e i miei oggetti di scena. Spesso dalle 10 del mattino fino alle 19. Un impegno non da poco, ma che - numeri alla mano - vale la pena fare.
Il presupposto di partenza è uno: se hai scritto un libro è tuo interesse venderlo e per venderlo devi sacrificare del tempo alla tua vita privata per dedicarlo alla promozione. Quel che puoi fare per farti pesare meno l’impegno è decidere dove andare e dove non andare. Metto le mani avanti, io fino a oggi sono andato ovunque mi abbiano chiesto di andare e credo che continuerò a fare così. Quel che però ho notato negli anni è una flessione delle presentazioni in libreria a vantaggio dei firmacopie.
Il firmacopie ti permette di incontrare lettori che non ti avrebbero mai scelto e che non sarebbero mai venuti a una tua presentazione. Nel 90% dei casi ti garantisce maggiori vendite e non obbliga nessuno a portare gente all’evento. In che senso? Nel senso che spesso alle presentazioni ci sono troppe sedie vuote, questo non per colpa di chi organizza, ma perché probabilmente è un modello ormai vecchio.
Nel caso del firmacopie invece i lettori arrivano in libreria comunque. C’è chi ha le idee chiare e magari non ti degna neppure di uno sguardo, ma ci sono anche i lettori forti, ci sono quelli che si limitano a fare un giro, ci sono i curiosi che vogliono sapere qualcosa in più sulla scrittura e ci sono quelli che devono fare regali. Tutti potenziali lettori del libro che stai proponendo. Ovvio, poi spetta a te agganciarli e convincerli a darti un’occasione.
Altro vantaggio dei firmacopie è che ti permettono di far arrivare le tue copie dove altrimenti non arriverebbero e di essere messi in “vetrina” almeno per un giorno. In che senso? Nelle grandi librerie di catena spesso la disposizione dei libri ha una logica dettata da fattori commerciali e spazi prenotati. Posto che la libreria decida di ordinare qualche copia del nostro libro, non è detto che abbia anche la possibilità di esporlo in bella vista. E le possibilità di vendita si riducono. Il firmacopie invece ti permette di avere uno spazio tutto tuo per un giorno, e la libreria ci guadagna perché l’autore venderà un certo quantitativo di copie.
È ovvio, le presentazioni rimangono un momento di confronto magnifico con i lettori, ma funzionano quando la libreria, l’associazione, il Comune, hanno fatto in precedenza un lavoro sulla lettura, su un genere, su un gruppo. In questi casi si va oltre l’autore e si entra dentro la passione. E vi assicuro che esperienze di questo tipo ci sono e che quando posso ci vado sempre molto volentieri.
Quindi? Meglio i firmacopie o le presentazioni? La mia risposta è che i firmacopie sono un grandissimo strumento di promozione per i motivi che vi ho detto: nuovi lettori e spazio in librerie dove non arriveresti. Le presentazioni sono il momento di confronto più alto che puoi avere con un lettore, ma non devono essere fini a sé stesse, in quel caso il rischio di trovarsi da soli davanti a una sala vuota è alto. Quindi in questo caso bene i gruppi di lettura in libreria, le associazioni, le manifestazioni dei Comuni e delle biblioteche.
A Torino si uccide per nulla
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